La bandiera Francese nascosta dietro numerosi strati di intonaco.
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Pare che per una certa quantità di tempo la Famiglia Sciucco ospitò abili Artigiani francesi specializzati nella fabbricazione delle famosissime macine in sasso di "La Fertè"
Spaccato dell'attività Familiare di quell'epoca
Vista interna del Molino
- IL MOLINO -
Le ricerche sulle origini del Molino Maufet proiettano la nostra mente nell'immaginario di chi si è succeduto, ..di chi ha tramandato per dovere e fors'anche per un pizzico di passione un'arte a noi spesso sconosciuta. Tre secoli ci separano e ci vedono inevitabilmente coinvolti nel bello e nella responsabilità del tramandare.
Molino Maufet: oltre due secoli e mezzo, un mulino e due famiglie..
Sciucchi (Sciucco) e Mazzina
Era il 24 Febbraio 1826 quando la famiglia Sciucchi decide di vendere la Pila settecentesca per tenere solo il mulino. Nel 1875 la proprietà era di Michele Mazzina, figlio di Giovanni Battista Mazzina, deceduto qualche anno prima.. ad amministrarlo in attesa della nomina degli eredi era però, come spesso accadeva una donna, Marta Mazzina.
Era il 16 Gennaio 1888 quando in una nevosa giornata d'inverno viene aperta la successione tra Giovanni Battista Sciucchi (figlio di Giuseppe Sciucchi), Vitale Sciucchi (figlio di Giovanni Battista Sciucchi), sua sorella Giovanna Sciucchi, Ancilla Mazzina (figlia di Lorenzo Mazzina) e Battista Bordoli (figlio di Pietro Bordoli). Passano circa una decina di anni quando, tutti d'accordo, il 19 Agosto del 1896 Giovannina diventa unica proprietaria del mulino. Da li a poco perderà il marito Eugenio Battista Mazzina, mentre suo padre morirà nel 1918.
Dopo tutta una vita, Giovannina (Sciucchi), colonna portante della vita del mulino muore il 26 Marzo del 1941 e lo lascia in eredità ai due figli Ernesto e Giovanni Mazzina rispettivamente di 61 e 59 anni "i Maufet".. due caratteri così diversi eppur così complementari.. intraprendente l'uno (capace di mandare a piedi il fratello da Villatico sino a Delebio alla falegnameria di Gino Dell'Oca solo per sapere quanto gli sarebbe costata una nuova ruota negli anni '50!).. timido e schivo l'altro.. Con il loro carretto consegnavano farina in tutte le frazioni di Colico.. e le loro giornate trascorrevano tra il duro lavoro al mulino, il focolare e il richiamare i bambini che si divertivano a giocare vicino alla ruota sulla roggia..
Ernesto.. "l'Ernestin".. ha lasciato, in tutti coloro che se ne ricordano, l'immagine di un uomo di poche parole.. che amava scaldarsi con lo sgabello davanti al camino.. in un mulino fatto di spessi muri in sasso, un pavimento di terra e tavole scricchiolanti.. un tetto di assi inchiodate.
E' un freddissimo 11 Dicembre 1960, quando, con la scomparsa dell'ultimo Mugnaio.. il tempo sulla vecchia sveglia del mulino si ferma.. per 57 lunghissimi anni.. fino ad arrivare a noi..
Sicuri che sia un pezzo di storia rimasto nel cuore di molti.. saremo grati a tutti coloro che ci aiuteranno, tra le altre cose, a ricostruire l'appartenenza delle iniziali impresse sul sasso dell'architrave..